Assisi celebra Canova e… l’amorino dai capelli di calamaro. Tutto questo è #canovafood
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Assisi si veste di neoclassicismo e ospita a Palazzo Monte Frumentario un ricco gruppo di opere di Antonio Canova che per la prima volta  in Italia escono dal Museo  Gipsoteca di Possagno.

Statue, dipinti, incisioni e un laboratorio didattico saranno visitabili fino al 6 gennaio,  in una rievocazione del legame artistico, ma soprattutto affettivo, tra il Maestro e l’Umbria, che lo ospitò per anni in qualità di Accademico.

La mostra “Canova”, nata dalla collaborazione fra Comune di Assisi e il Consorzio Marca Treviso ha prodotto una stretta connessione fra i valori culturali del territorio veneto ed umbro, che si è concretizzata nel coinvolgimento del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana in una prova di creazione di finger food ispirati allo scultore.

Abbiamo avuto l’onore di partecipare allo showcooking  dei 5 chef finalisti de “L’arte nel piatto, a tavola con Antonio Canova“,  nell’ambito di #canovafood, l’evento per food addicted che ha affiancato l’inaugurazione della mostra.

I protagonisti della ristorazione trevigiana  ci hanno illustrato, fra racconti sulla Gipsoteca e segreti culinari, le loro preparazioni ispirate al Maestro di Possagno, mentre degustavamo, piacevolmente avvolti nell’atmosfera neoclassica:

Gnocchi canoviani con crema al Morlacco e cialda croccante
Chef Pietro Pusceddu – Villa Razzolini Loredan di Asolo

Uno gnocco creato da ingredienti inaspettati come il Fagiolo Borlotto Nano Levada, farina di mais bianco e uovo, il tutto  condito con il  candore canoviano della crema di Morlacco e accompagnato da un Manzoni Bianco Conte Loredan Gasparini.

Gallina canoviana in perle
Chef Giuseppe Agostini – Teatro dei sapori di Castelfranco Veneto
Un impasto di petto di gallina, mollica di pane e latte di mandorle dal quale vengono prodotte bianche perle come le opere del Canova, presentate su un letto di radicchi verdi come le colline dove tali opere venivano create. Coup de théâtre: la scintillante e suadente  gelatina di prosecco come il vino di accompagnamento, Prosecco Valdobbiadene D.O.C.G. Alba Rossa.

Qui si parla dell’unico e vero vino Prosecco, poichè da qualche anno la barbatella si chiama ufficialmente Glera, questo per tutelare il Prosecco “orginal” e fare in modo che ci sia un’origine geografica e non terminologica legata al vitigno.

Danzatrice con cembali
Chef Diana Bertuola – Villa Castagna di Nogarè di Crocetta
Un mood leggiadro ed etereo per questo finger creato dall’unica donna della squadra. Si parte creando delle quenelles di crema di Morlacco, punteggiate da piccoli spaghetti al nero di seppia essiccati che simboleggiano le “repère”, i piccoli chiodini che con il pantografo servivano a trasferire nel marmo le esatte proporzioni dell’opera in gesso. Su una base di gusci di pasta ( i cembali) sono adagiate le quenelles insieme a drappeggi di morbide verdure disidratate e spuntoni di olio Asolano.  La Danzatrice ha danzato con  un Prosecco d’Asolo D.O.C.G Cirotto Extra Dry.

Amorino
Chef Nereo Dussin – Ristorante Locanda Dussin di Piavon di Oderzo
Una trilogia di elementi evocano l’opera “Amorino Alato”. Rappresentato da un calamaro, ripieno di crema di patate del Piave, dalla superficie di un candore inevitabilmente marmoreo a cui viene ricostruita la testa (come successo all’Amorino canoviano) con i  tentacoli, simbolo di una scapigliata acconciatura e infine attorniato da una freschissima giardiniera. Una gelatina al limone e la cicolata con dadini di pane, prediletta dallo scultore, completano questo finger che è arrivato primo alla selezione dei piatti canovani ed ha avuto l’onore di essere servito all’interno della Gipsoteca. Il vino: Prosecco Valdobbiadene D.O.C.G. Serre Lovrè.

Amori in tavola del Maestro
Chef Guerrino Menegon – Ristorante da Gerry di Monfumo
Bigoli presentati con una julienne di verdure sbollentate e raffreddate, insaporiti con una emulsione di olio, basilico e pinoli e colatura di alici. Ad accompagnarli, il pane, comune e aromatizzato al pomodoro,  come usava fare il Canova quando era al lavoro e, senza pause, si cibava di pallottoline di mollica, antesignane dei finger.  L’accompagnamento è con un Manzoni Bianco Case Paolin Santi Angeli.

Al vernissage  gli chef ci hanno deliziato con altri ricercati piatti, tutti rigorosamente a base di prodotti esclusivi del territorio trevigiano, in un bilanciato mix di tradizione creatività e  innovazione, oggi come non mai sinonimo di grande professionalità e passione.


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