Le Tre Lune. La ricerca dell’estetica perfetta
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“Sono piatti millimetrici. Se sbagli anche solo il minimo dettaglio, è tutto da rifare” questa è la definizione che i tre chef de Le Tre Lune danno delle loro creazioni. Sebbene Matteo Lorenzini, Tommaso Verni, Ilaria Di Marzio, non abbiano nemmeno trent’anni, hanno un piglio così carismatico che si può solo pensare a loro quando ci si chiede chi sono “le tre lune”: gli astri nascenti della haute cuisine toscana. Li incontriamo al loro ristorante nella tenuta Travalle di Calenzano, fuori Firenze, e rimaniamo subito affascinati da un talento, che unito ad autorevoli esperienze, come il Louis XV di Monte-Carlo e a una ferrea disciplina, ne fa dei professionisti di notevole livello. Dalla cucina a vista godiamo subito di uno spettacolo molto attraente durante la realizzazione e la presentazione dei piatti.

E’ superfluo dilungarsi in verbose descrizioni, quando le sole immagini denotano perfettamente la vocazione che è alla base di questi piatti.



Matteo e Tommaso si danno appuntamento al mercato, tutte le mattine prestissimo, per essere certi di garantirsi il meglio dell’offerta di verdura e frutta; a parte quando si riforniscono direttamente dall’orto adiacente il grande giardino all’italiana di fronte alla Villa-Fattoria di Travalle.

Ilaria è la Pastry Chef  del gruppo, che oltre a dedicarsi alla preparazione di dessert superlativi, cura con aggraziata padronanza il servizio in sala, che conta non più di venticinque coperti.

Dialogare con questi ragazzi è quasi disorientante. All’aspetto del giovane che non arriva ai trenta, si contrappone la saggezza di un eloquio che loda e sottolinea quanto siano indispensabili le basi classiche della cucina per affrontare qualsiasi tipo di approccio gastronomico. Sentirli rammentare entusiasti i loro trascorsi lavorativi presso “IlSignorDucasse”, con incursioni in un perfetto francese, o una delle loro recenti collaborazioni con “IlSignorMollica”, si evince, oltre la massima riverenza, la tenace determinazione ad arrivare molto molto lontano.

Da non perdere qui la galleria dei piatti fotografati da Lido Vannucchi


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