La Tenda Rossa. Quando il successo è una questione di famiglia
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L'unica ricetta che non ci raccontano a La Tenda Rossa è quella che ha determinato il loro longevo e solido successo. Il motivo è semplice. Perchè non esiste una formula


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L’unica ricetta che non ci raccontano a La Tenda Rossa è quella che ha determinato il loro longevo e solido successo. Il motivo è semplice. Perchè non esiste una formula. Incontriamo Maria Salcuni, Maria Probst e Cristian Santandrea, rispettivamente chef le signore e pasticcere, e da quello che ci rivelano, si evince che è un susseguirsi e amalgamarsi di talento, capacità, senso della famiglia ed energica passione che ha originato più di quarant’anni di alta e costante professionalità gastronomica al ristorante di Cerbaia in Val di Pesa. E’ riduttivo parlare di grande famiglia. E’ un meccanismo perfetto di personalità forti, competenze, attitudini che si incastrano precisamente fra loro, in modo naturale e ben oliato da un’affettività che solo un sano ambiente familiare sa generare. A differenza di quanto accade frequentemente nei ristoranti che si tramandano, a La Tenda Rossa, non solo il ricambio generazionale non ha creato la benchè minima difficoltà, ma costituisce un vero valore. E’ un meltin-pot di generazioni che coprono circa sessant’anni, si parte da poco più di dieci anni a salire. Sì, perchè i nipoti sono già assidui frequentatori della cucina e sanno il fatto loro quando è il momento di dare giudizi sui piatti. Le cugine Barbara, Cristiana e Natascia curano l’accoglienza dei clienti e il servizio in sala in modo estremamente armonioso. La loro storia sembra scritta da García Márquez, parte dal ’72 e Maria Salcuni ce la racconta con elegante  autenticità nell’orto, a due passi dalla cucina, mentre riscontra che l’eccesso di pioggia quest’anno ritarderà la maturazione dei pomodori.



Maria Probst, arriva a La Tenda Rossa più di dieci anni fa, dopo numerose esperienze in Germania e Svizzera, sposa il figlio di Maria Salcuni, Cristiano, dopo aver trascorso qualche anno, non proprio idilliaco, come colleghi di fornelli. Produce energia più di un generatore. Tutti i giorni, corsa pomeridiana sulle colline, come se la sedentarietà affliggesse chi rotea come una trottola per dodici ore nella cucina di un ristorante stellato. Le serve per snodare la creatività e pensare a nuovi piatti e preparazioni, che prima di arrivare in carta, però, devono passare il vaglio di tutta la famiglia.

Cristian Santandrea, figlio di Maria Salcuni e marito di Maria Probst, cresciuto in cucina, inizialmente come cuoco, decide di mettere alla prova la sua inclinazione al perfezionismo e ai lavori di precisione e diventa pasticcere. Tecnica in continua evoluzione, dedizione certosina alla cura del dettaglio, finalizzata alla ricerca del dessert perfetto per un’offerta stellata. Attinge positività e senso pratico dal suo harem, come lo definisce lui.

Ecco come ci hano deliziato:


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