Una fruttuosa sinergia tra lo chef argentino di Abocar e il collega di Balzi Rossi ha dato vita a una serata di condivisione di tecniche ed estro, confermando l’importanza del confronto fra chef
È stata una notte stellata quella di martedì 19 novembre.
No, non stiamo parlando di un particolare evento astronomico, ma di una special dinner che ha avuto luogo presso Abocar Due Cucine di Rimini. Il ristorante 1 stella Michelin guidato dallo chef argentino Mariano Guardianelli e dalla sua compagna Camilla Corbelli, presenza attenta e punto di riferimento del personale di sala, ha infatti ospitato lo chef di origini piemontesi Enrico Marmo dello stellato Balzi Rossi di Ventimiglia per un incontro in cui tradizione, innovazione e tecnica si sono intrecciate facendoci vivere un’esperienza culinaria che ci ha fatto divertire e sorprendere.
Entrambi gli chef sono ben noti per il loro approccio distintivo alla cucina. Mariano, che con i suoi piatti vuole far sperimentare al commensale la ricchezza di una cucina senza confini, ha portato in tavola l’essenza della Romagna, puntando su ingredienti locali (come il cavolo nero, da lui personalmente selezionato la mattina al mercato) e tradizioni della sua terra di origine. Al suo fianco, Enrico, maestro nell’arte di declinare i piatti in due o più proposte intorno allo stesso tema, ci ha stupiti con la creatività con cui ha saputo reinterpretare anche un grande classico della cucina ligure come il coniglio.
La sinergia tra i due è stata evidente fin dal primo piatto: il menù, studiato nei minimi dettagli, ha rappresentato un dialogo tra due mari che, lontani ma dal carattere simile, hanno trovato un’armonia perfetta. Dalla scelta degli ingredienti alla presentazione, ogni portata è stata infatti il risultato di un confronto creativo intenso e appassionato che aveva una sola regola: contaminare la cucina dello chef Marmo con i prodotti del territorio romagnolo (non è un caso se Abocar, che significa “avvicinare”, è il principio guida della cucina di questo che non vuole essere un semplice ristorante, ma uno spazio di incontro e scambio).
La cena è iniziata con un benvenuto sorprendente: degli snack che hanno combinato delicati sapori di terra e spezie con la freschezza del mare, come l’oratina in brodo di abodo, la tartelletta con seppia e mandorla, e la capasanta con topinambur e acciuga.
A seguire, una sequenza di piatti che ha saputo raccontare il percorso di ciascun cuoco, con un crescendo di sapori ed emozioni.
Tra le portate più apprezzate della serata, lattuga e pescato al verde, dove l’essenzialità dell’ingrediente ha incontrato la sperimentazione.
Una lattuga alla brace ripiena di Katsuobushi e marmellata di limone su acqua al prezzemolo e pesci bianchi dell’Adriatico.
Lumachine, cavolfiore e nocciola, piatto insaporito da un delicato burro di noce moscata.
Un dessert che ha lasciato tutti senza parole, il Pan De Toni, dall’alveolatura perfetta frutto di una lievitazione naturale di oltre 56 ore, morbidissimo e vera e propria esplosione di aromi e sapore.
Buonissimi anche i churros accompagnati da dulce de leche e, come vuole la tradizione, mate.
Menzione a parte merita il coniglio, a cui abbiamo accennato in precedenza, proposto nella classica ricetta alla ligure, cotto alla plancha e servito su cavolo kale, oltre che come ripieno di mini empanadas. Del coniglio sono stati serviti anche i fegatini, impiattati in spiedini con salsa chimichurri, e il cervello, aromatizzato con cipollotto.
Ogni piatto è stato abbinato a un vino selezionato dal Sommelier del Balzi Rossi Lorenzo Moraldo e dalla “padrona di casa” Camilla, che hanno saputo esaltare i sapori e completare l’esperienza sensoriale. Dal Palo Blanco prodotto alle Canarie a un piccolo gioiello della tradizione vitivinicola ligure come il Dolce Acqua, il nostro viaggio enogastronomico si è dimostrato completo.
Nell’accogliente sala di Abocar si sono riuniti appassionati di alta cucina, giornalisti enogastronomici e colleghi chef, tutti ansiosi di vedere queste due stelle brillare insieme. Una platea a cui gli chef hanno dedicato tempo e attenzione, spiegando la filosofia dietro ogni piatto e trasformando così la cena in una vera e propria experience.
L’atmosfera intima e raffinata, resa unica dall’attenzione ai dettagli e dall’accoglienza impeccabile del personale di sala, ha reso l’evento ancora più speciale. La dimostrazione di come il talento, la passione e la collaborazione possano dare vita a una cucina capace di rinnovarsi costantemente senza mai dimenticare le proprie radici. Un evento insomma che, come si augura chef Marmo, avvicini sempre più gente – famiglie comprese, come sono soliti fare in Francia – alla cucina stellata.